All'alba i passi si susseguono lenti e attenti a cogliere quello che il sole pian piano svela davanti agli occhi. Sono alla ricerca di atmosfere familiari nelle campagne a ridosso della città. I palazzi si risvegliano, l'asfalto assorbe il calore della nostra stella e il rinnovato caos sono lontani. I suoni e gli odori di questo nuovo giorno giungono ovattati, lasciando spazio alla solitudine e alla riflessione. I segnali della civiltà compaiono raramente: antenne radio, pali e cavi elettrici donano sollievo momentaneo al volo sinuoso degli storni. Qualche presenza umana appare sfuocata. La nostalgia dei luoghi natii stringe il cuore e un po' di malinconia sovviene. Arriva la nebbia e sembra che il fosso della Cecchignola assomigli alle valli e alle campagne venete. È umidità viva, che avvolge gli alberi e la natura intorno. Con delicata malizia nasconde e ripara il paesaggio dallo sguardo invadente dei fugaci passanti. La città è sospesa tra cielo e terra. (2005-210)